4 Novembre 2019 - Discorso per la Festa dell'Unità Nazionale

Cari concittadini Pandinesi,
Illustri Autorità Civili, Militari e Religiose
Rappresentanti delle Forze Armate, della Polizia locale,
delle Associazioni Combattenti e D’Arma,
Carissimi Studenti
 
In questa domenica, davanti al nostro monumento dei caduti, nella piazza più importante e significativa di Pandino, celebriamo la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.
Anche Pandino, in quegli anni, subì pesanti perdite umane, giovani soldati che, per difendere i valori che tuttora costituiscono il fondamento della nostra Nazione, lasciarono i propri cari per combattere in battaglie estenuanti, lontano da casa, nelle trincee, vivendo in uno stato di tensione perpetua e logorante.
La dove non esistevano di certo i cellulari e le comunicazioni  erano affidate a lettere postali, il più delle volte mai arrivate a destinazione e la dove non esistevano le comodità e soprattutto le garanzie di poter riabbracciare i propri cari.
La storia ci racconta che il 4 novembre del 1918 l’Italia ricorda l’armistizio di villa Giusti, che consentì agli italiani di rientrare nei territori di Trento e Trieste e portare a compimento il processo di unificazione nazionale iniziato in epoca risorgimentale.
Il ricordo dei nostri concittadini che persero la vita nel conflitto bellico deve guidare il lavoro prezioso delle nostre Forze dell’Ordine per il bene, la sicurezza e la tutela del nostro territorio.
La presenza stessa di tanti giovani ci conforta e ci fa ben sperare che non si perda la memoria di quanto successo più di un secolo fa e che rimanga vivo il ricordo dei nostri caduti, chiamati a riscattare quei territori che si sentivano da sempre italiani.
Durante il conflitto persero la vita 700 mila italiani , 600 mila furono i prigionieri, dei quali 64 mila morirono di stenti in mano nemica e tornarono a casa  più di un milione tra mutilati e feriti, con conseguenti ripercussioni a livello lavorativo, in un contesto dell’epoca dove le attività lavorative erano perlopiù manuali .
La Grande Guerra mise insieme italiani provenienti da ogni Regione, da ogni Provincia, appartenenti a tutte le classi sociali.
I contadini costituivano il grosso delle fanterie, mentre gli studenti o chi aveva un titolo di studio fornivano il grosso degli ufficiali di complemento.
Per tre anni e mezzo tutti questi italiani vissero e lottarono spalla a spalla, accumunati nelle sofferenze.
Ringrazio infine quanti hanno voluto essere presenti alla celebrazione di una ricorrenza, che ogni anno ci trova ai piedi di questo monumento, il nostro Fredo e a quanti ne hanno cura in tutti i mesi dell’anno.
 
                                                                                                        IL SINDACO
                                                                                                (Bonaventi Piergiacomo)